Una scoperta fisicochimica eccezionale

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 20 maggio 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’attività elettrica è il cardine della fisiologia del sistema nervoso e, anche se 52 neurotrasmettitori grazie a decine di famiglie di molecole recettoriali generano nel nostro cervello un quadro quanto mai ricco e complesso di eventi, possiamo ricondurre tutti i processi di segnalazione a effetti eccitatori o inibitori prodotti da gradienti elettrici di membrana. I potenziali di riposo, i potenziali di campo e i gradienti elettrici di membrana costituiscono per noi l’alfabeto di quella lingua parlata attraverso i potenziali d’azione e il rilascio di neurotrasmettitori eccitatori o inibitori dalle reti neuroniche dell’encefalo. A questa regola si aggiunge l’eccezione dell’effetto efaptico, indipendente dalle sinapsi ma considerato così trascurabile che in genere non è trattato nei corsi di neurofisiologia in Italia[1]. In ogni caso, tutta la fisica elettrica delle cellule eccitabili nella realtà biologica è focalizzata sulle proprietà delle membrane cellulari.

Alcune acquisizioni recenti hanno spostato l’attenzione fisico-chimica dalle membrane biologiche, di cui sembra si sappia ormai tutto, ai condensati biomolecolari, interessanti anche perché sembrano mediare diversi processi cellulari.

Il processo di transizione di densità nella formazione di condensati determina una compartimentazione selettiva delle molecole che definisce un distinto ambiente chimico all’interno dei condensati. Gli elementi fondamentali di questo ambiente chimico e i meccanismi mediante i quali tale ambiente possa contribuire alle funzioni dei condensati sono oggetto di studio da parte di numerosi gruppi di ricerca.

Yifan Dai, Christiane F. Chamberlayne, Marco S. Messina e colleghi riportano che un gradiente di potenziale elettrico, e dunque un campo elettrico, si stabilisce all’interfaccia liquido-liquido tra il condensato e la massa-ambiente cellulare, quale risultato della transizione di densità di ioni e molecole provocata dalla separazione di fase. I ricercatori hanno rilevato e dimostrato che l’interfaccia dei condensati può portare spontanee reazioni redox in vitro e in cellule viventi.

(Dai Y. et al., Interface of biomolecular condensates modulates redox reactions. Chem – Epub ahead of print doi: 10.1016/j.chempr.2023.04.001, 2023).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Biomolecular Engineering, Duke University, Durham, NC (USA); Department of Chemistry, Stanford University, Stanford, CA (USA); Department of Chemistry, University of California at Berkeley, Berkeley, CA (USA).

La necessità della presenza di una membrana biologica per avere un campo elettrico, formato dal gradiente ionico transmembrana, era un postulato implicito per tutti i ricercatori fino a quando alla Stanford University è stata scoperta una simile distribuzione asimmetrica di cariche elettriche tra microgocce di H2O e aria. Prendendo le mosse da questa evidenza, dei ricercatori della Duke University hanno scoperto che questo tipo di campi elettrici esistono anche all’interno e intorno a un altro tipo di struttura cellulare detta condensato biologico o condensato biomolecolare. Queste strutture si formano per un effetto fisico: la differenza di densità. Per dare un’immagine visiva di come ciò avvenga, si ricorre in genere all’analogia di gocciole d’olio galleggianti nell’acqua. I condensati biomolecolari formano all’interno della cellula dei veri e propri compartimenti senza il limite fisico di una membrana, ossia di un bilayer fosfolipidico che contiene proteine e ha un proprio regime economico e metabolico.

Gli studi condotti a Stanford dimostravano che le microgocce d’acqua nella loro interazione con l’aria o con superfici solide creavano squilibri elettrici minimi, ma in grado di produrre effetti interessanti. Un giovane ricercatore post-dottorato della Duke che lavora presso il laboratorio di Chilkoti e You, Yifan Dai, insieme con vari colleghi ha provato a verificare se effetti simili si creino nei condensati biomolecolari e, in particolare, se gli squilibri ionici di superfice promuovano risposte “redox” delle specie reattive dell’O2.

Le cariche elettriche, nel passare da un materiale all’altro possono produrre frammenti molecolari, che possono appaiarsi e formare radicali idrossilici –OH e magari appaiarsi ancora, dando luogo a H2O2. I ricercatori si chiedevano se sulla superficie dei condensati biologici le cariche si distribuissero in maniera asimmetrica. È opportuno sottolineare che lo studio delle superfici in biologia si identifica con l’analisi di quanto accade sull’interno e l’esterno delle membrane plasmatiche, dunque si trattava di uno studio nuovo. Le cellule formano i condensati biologici sia per separare o tenere insieme proteine e altre molecole, sia per limitarne o promuoverne l’attività; da poco la ricerca ha cominciato a comprendere la fisiologia dei condensati e molto deve essere ancora definito.

Il laboratorio di Chilkoti è specializzato nel creare versioni sintetiche dei condensati biologici, così non è stato difficile per gli autori dello studio qui recensito allestire strutture di prova ideali per testare i possibili comportamenti delle cariche elettriche nelle condizioni reali dei condensati cellulari. Dopo aver trovato la formula giusta per la realizzazione dei complessi molecolari, il team si è avvalso della collaborazione di Marco Messina, ricercatore post-dottorato nel laboratorio di Christopher J. Chang dell’Università della California a Berkeley, per aggiungere al sistema un marcatore in grado di rivelare le specie reattive dell’ossigeno.

Le tracce brillanti emerse dalla superficie dei condensati hanno rivelato un fenomeno mai descritto in precedenza, dovuto all’esistenza di un gradiente elettrico sui condensati in grado di promuovere reazioni redox. Allora, Yifan Dai ha mostrato questo risultato a Richard Zare, il professore di chimica di Stanford il cui gruppo ha definito per primo il comportamento elettrico delle gocce d’acqua, ottenendone l’entusiastica adesione a collaborare per studiare il meccanismo responsabile del fenomeno.

Richard Zare e il suo studente Christian Chamberlayne, ispirandosi al loro precedente lavoro, hanno ipotizzato che gli stessi principi fisici potessero applicarsi alla chimica del redox nella formazione di molecole di perossido di idrogeno (H2O2). La scoperta dell’attività redox dei condensati biologici spiega perché queste formazioni molecolari sono tanto importanti per la fisiologia cellulare.

Lo stesso Chilkoti, illustrando il contenuto dello studio a Ken Kingery per una presentazione del lavoro da parte della Duke University ha osservato che la scoperta di Yifan Dai che i condensati biomolecolari sono universalmente redox-attivi suggerisce che queste formazioni non svolgano solo le mansioni note, ma siano specificamente responsabili di una funzione critica essenziale per la cellula.

Lo stesso Yifan Dai ha osservato che le centrali energetiche della cellula, ossia i mitocondri, producono energia per tutte le funzioni vitali mediante gli stessi processi chimici di base ma, prima dei mitocondri, o anche nelle più semplici cellule primordiali, vi deve essere stato qualcosa in grado di fornire l’energia necessaria perché i primi processi vitali potessero aver luogo. E, in proposito, Yifan Dai ricorda che alcuni ricercatori hanno avanzato l’ipotesi che l’energia alla vita primordiale sia arrivata da venti termici degli oceani o da calde primavere; mentre altri hanno suggerito che la stessa reazione redox che si verifica nelle microgocce acquose sia originata dagli spruzzi vaporizzati prodotti dal frangersi delle onde oceaniche. Un paragone proposto dal primo autore dello studio proprio al fine di evidenziare, per contrasto, la maggiore plausibilità dell’origine dai condensati biomolecolari.

Ricapitolando: il processo di transizione di densità che porta alla formazione dei condensati risulta in una ripartizione selettiva delle molecole che definisce un distinto ambiente chimico all’interno dei condensati; all’interfaccia liquido-liquido dei condensati con la massa ambiente si forma un gradiente ionico e un campo elettrico, quale conseguenza della transizione di densità di ioni e molecole portata dalla separazione di fase; il campo elettrico dell’interfaccia dei condensati può guidare reazioni redox spontanee in vitro e in cellule vive.

In conclusione, gli autori dello studio qui recensito hanno scoperto una fondamentale proprietà fisicochimica dell’interfaccia dei condensati e il meccanismo mediante il quale i condensati possono modulare le attività biochimiche della cellula.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-20 maggio 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Si pensi che da 12 anni l’unico collegamento esterno di Wikipedia sull’effetto efaptico è a un nostro articolo del 2011: Note e Notizie 22-01-11 accoppiamento efaptico dei neuroni corticali. I campi elettrici extra-cellulari agiscono a feedback sui potenziali transmembrana mediante l’accoppiamento efaptico, indipendente dalle sinapsi.